Pubblico l'appello di padre Zanotelli sul vergognoso fenomeno del land grabbing
(da www.peacelink.it)
APPELLO CONTRO IL LAND-GRABBING
Stop agli arraffa terre
2 novembre 2012 - Alex Zanotelli
Muti spettatori, stiamo assistendo ad un’altra operazione di ladrocinio internazionale che, in inglese, è chiamata land-grabbing e in italiano potremmo tradurre con arraffaterre . E’ una forma aggiornata di neo-colonialismo.
Alcune multinazionali
dell’agro-alimentare e alcuni gruppi finanziari (banche private, fondi-
pensione, fondi di investimento) attratti dai prezzi dei generi
alimentari in aumento e dalla domanda crescente di biocarburanti e di
prodotti agricoli si sono buttati nel grande affare di acquisire, nel
sud del mondo, terre coltivabili e fonti d’acqua associate.
In questi ultimi anni milioni di ettari
di terre arabili sono state comperate , a bassissimi prezzi, per
produrvi derrate alimentari, mangimi, o biocarburanti che vanno a
beneficio degli speculatori, ma a danno degli agricoltori locali e dei
pastori ai quali è tolto l’accesso alla terra e all’acqua. Spesso le
popolazioni espulse dalla terra sono vittime di sgomberi violenti ,
lasciate senza risarcimenti adeguati o fonti di reddito. A loro resta
spesso solo andare a ingrossare il popolo delle baraccopoli. Si calcola
che ,nella sola Africa, 67 milioni di ettari di terra siano stati
accaparrati (equivalenti alla superficie della Germania e dell’Italia).
L’Eldorado del land-grabbing
è oggi l’Africa (anche se il fenomeno è molto presente sia in Asia come
in America Latina). Questo scempio è venuto alla ribalta quando nel
2008 il governo del Madagascar concluse il gigantesco accordo con la
multinazionale coreana Daewoo che prevedeva la cessione gratis per 99
anni della metà della terrra arabile del paese. L’affare scatenò
proteste di piazza che spazzarono via il governo di M. Ravamanana.
Ma in Africa non c’è solo la Corea, ci
sono anche le due grandi potenze asiatiche: Cina e India. Quest’ultima
ha già investito 2,4 miliardi di dollari per l’acquisto di terre
nell’Africa Orientale : Etiopia, Kenya, Madagascar e Mozambico.
Particolarmente imponenti gli investimenti indiani per l’acquisto di
terre in Etiopia che sta diventando il ‘Brasile dell’Africa’ .L’Etiopia
vuole infatti diventare il più grande produttore di biocarburanti del
continente. Altrettanto imponenti gli investimenti dell’Arabia Saudita
in Etiopia, per avere derrate alimentari per la propria popolazione. Il
miliardario saudita Mohamed Hussein Al Amoudi sta mettendo le mani su
300.000 ettari oltre quelli che già ha ottenuto a Gambela al confine con
il Sudan.
La Cina sta arraffando terre un po’
ovunque nel continente africano , in particolare in Sud Sudan che sta
attirando l’appetito di molte nazioni(Questo avviene in un’Africa che
deve importare ogni anno decine di milioni di tonnellate di derrate
alimentari!).
L’Europa non è seconda a nessuno in
questo business e l’Italia brilla in questa nuova forma di
neocolonialismo. “L’ Italia, è tra i paesi europei ,uno dei più attivi
negli investimenti europei su terra all’estero, seconda solamente
all’Inghilterra-afferma il documento Gli arraffa terre, redatto
da Re: Common- con Germania, Francia, Paesi Scandinavi, Olanda e Belgio
a seguire.”Venti imprese italiane si giocheranno un pezzo di pianeta
che potrebbe raggiungere nei prossimi anni oltre 2 milioni di ettari,
tra queste le più note sono Benetton, Cir(di Carlo De Benedetti), Eni,
Moncada, principalmente impegnate in Mozambico.Tra le banche più
coinvolte sono le tre big del credito(Unicredit,Intesa e Monte dei
Paschi di Siena). Se in Patagonia si è mossa alla grande Benetton, in
Africa stanno arraffando terre parecchie imprese a medie dimensioni,
soprattutto in Senegal e Etiopia.
Dietro a tutto questo ‘arraffa terre’,ci
stanno le grandi istituzioni internazionali. “La Banca Mondiale-afferma
la nota organizzazione popolare Via Campesina- è una delle forze
trainanti dietro al land-grabbing
che permette al grande business mondiale di inghiottire terre e risorse
ai danni delle comunità locali.” La Banca Mondiale, in violazione con
il suo stesso mandato, sta favorendo gli investitori attraverso prestiti
ad hoc e assicurazioni contro le perdite e sta poi persuadendo i
governi del Sud del mondo a modificare le proprie leggi sulla proprietà
della terra per renderle funzionali agli investimenti esteri.
Non possiamo accettare né come cittadini
né come credenti questa nuova forma di colonialismo di un’odiosità e
pericolosità senza pari. E’ la negazione di diritti umani fondamentali :
diritto al cibo e all’acqua! Questo nuovo fenomeno porterà alla fame e
alla disperazione milioni di contadini del Sud del mondo.
Nella tradizione biblica ci viene sempre
ricordato che la “ la terra è di Dio” e quindi deve essere equamente
divisa tra tutti perché tutti possano vivere. In nome di questa
tradizione ebraico-cristiana, i vescovi africani riuniti a Roma, per il
Sinodo Africano(2009) sono stati categorici su questo argomento:” Questo
Sinodo invita urgentemente tutti i governi africani ad assicurarsi che i
loro cittadini siano protetti contro l’ingiusta esclusione dalla
propria terra e dall’accesso all’acqua che sono beni essenziali della
persona umana.”
Nello stesso spirito , i vescovi del
Kenya, lo scorso agosto, hanno pesantemente attaccato il loro governo,
reo di volere offrire 500mila ettari di terre a multinazionali per
produrre cibo da esportare o per biocarburanti, mentre tanti in Kenya
soffrono la fame.
E’ proprio per questo che il gruppo di
Giustizia , Pace e Salvaguardia del creato dei missionari/e comboniani/e
,riunito a Rio de Janeiro, il giugno scorso , ha deciso di preparare e
sostenere una campagna di sensibilizzazione contro questo nuovo crimine
contro l’umanità. E la famiglia comboniana intende farlo insieme a tutti
coloro che si stanno impegnando su questo tema come la Rete europea
degli istituti missionari( AEFJN) che ha sede a
Bruxelles.(email:aefjnnews@aefjn.org)
Facciamo nostro il grido dei missionari
riuniti durante il Forum Sociale Mondiale (2011) a Mbour (Dakar):
”Vogliamo continuare ad impegnarci per assicurare che l’Africa non
subisca un altro genocidio in conseguenza del land-grabbing.”
Alex Zanotelli
Napoli,1 novembre 2012
Ringrazio Federico per sottoporre alla nostra attenzione un argomento così delicato. E' importante guardare un po' più in là del nostro naso ed essere consapevoli di grandi ingiustizie ai danni di che non ha mezzi o voce sufficiente per difendersi. Beati gli operatori di pace, come padre Alex Zanotelli, che fa udire "il grido dei poveri".
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