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Nei post riguardanti la scuola ci sono foto che ritraggono i bambini al lavoro; nella tutela della privacy, cercheremo di inserire quelle in cui non si distinguono i volti e comunque di mascherarli; se notate imperfezioni in ciò, per cortesia segnalatelo nei commenti, grazie.

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martedì 6 maggio 2014

Partecipazione al progetto di recupero del Cinquantino della Castellana

Con molto piacere e una punta di orgoglio l'OrtoInErba delle scuole Olme parteciperà al progetto di recupero promosso da Slow Food per il recupero e la valorizzazione del mais Cinquantino della Castellana.
In pratica i bambini semineranno e accudiranno le piante di
VA 97 Cinquantino della Castellana
VA 131 Cinquantino locale
(due linee della stessa specie), osservando e annotando, sempre in modo giocoso e piacevole, la crescita e le differenze nelle varie fasi dello sviluppo dei cereali.

Ci proviamo e ce la mettiamo tutta !




Scheda Progetto:
(segue)


Obiettivi
Realizzare una piccola filiera di produzione e trasformazione sostenibile sul piano gustativo, economico e agro ambientale.
Selezionare alcune popolazioni ad impollinazione libera di mais a ciclo breve, indicate col nome di Cinquantino della Castellana
Materiale sementiero di partenza
Su nostra richiesta l’Unità di Ricerca per la Maiscoltura di Bergamo ci ha fornito, nel 2013, 300 semi delle seguenti popolazioni:
VA 97 Cinquantino della Castellana
VA 131 Cinquantino locale.
Ad esse nel 2014 si aggiungeranno :
Va 541 Cinquantino di Castelfranco
Va 536 Cinquantino Bianco
Queste popolazioni, raccolte nel 1954 e da allora conservate nella banca del Germoplasma di Bergamo presentano un ciclo vegetativo e riproduttivo breve; le piante sono basse, le pannocchie e le cariossidi sono piccole, vitree o semivitree, adatte e molto apprezzate per la qualità della farina.
Attività svolte il 1° anno
Semina presso ogni azienda impegnata, di 125 cariossidi in appezzamenti adeguatamente isolati.
Coltivazione secondo pratiche tradizionali con eliminazione piante anomale e/o fuori tipi
Rilievi morfologici in diverse fasi fenologiche per raccogliere elementi di caratterizzazione
Scelta delle migliori pannocchie per le semine del 2° anno.
Raccolta, essiccazione, pulizia delle altre pannocchie.
Sgranatura e Macinazione a pietra
Allestimento panel test degustativo
Presentazione dell’esperienza in una occasione conviviale

Attività previste per il 2° anno
Dalle due popolazioni coltivate nel 2013 abbiamo scelto rispettivamente 13 (Va97) e 15 (VA 131 ) pannocchie. Con queste nel 2014 effettueremo una coltivazione per scegliere le migliori piante madri adottando il metodo di selezione genotipica per linea materna. Nello specifico si effettueranno prove di progenie open-cross secondo il sistema Hopkins e successive modifiche.
Un po’ di storia
Il mais da quando è arrivato ha profondamente caratterizzato la storia dei nostri territori, i nostri sistemi agrari e i n ostri stili alimentari. Fino all’immediato dopoguerra la granella di mais si destinava prevalentemente all’alimentazione umana e solo una piccolissima parte si dava agli animali. Le varietà impiegate non producevano molto ma, nelle condizioni di povertà date, assicuravano comunque qualcosa con cui riempire lo stomaco. Le cariossidi erano in genere piccole, vetrose e trasformate in farina permettevano di ottenere polente molto saporite e soprattutto con caratteristiche ben distintive tanto che per sapere da dove uno veniva gli si chiedeva che polenta mangiava. Nelle aziende ricche con terreni fertili e con adeguata presenza di prati e di bestiame bovino si coltivavano varietà a ciclo lungo sopratutto bianche( Biancoperla) ottenendo polente ritenute più nobili da signori. In collina e montagna si coltivavano soprattutto varietà gialle (Marano, Sponcio, ecc.)
In pianura in situazioni più povere erano diffuse varietà gialle a ciclo breve che potevano essere coltivate anche dopo frumento. Sono queste varietà denominate Cinquantini che noi intendiamo recuperare e rilanciare. Tra i cinquantini era particolarmente apprezzato proprio quello di Castelfranco e della Castellana che, date le sue eccellenti qualità gustative, alimentava anche un piccolo flusso di vendita su mercati lontani.
Dopo la guerra , in pochissimi anni, gli stili alimentari cambiarono radicalmente e il consumo di polenta letteralmente crollò con il risultato che le vecchie varietà locali furono abbandonate e sostituite dai moderni ibridi molto più produttivi, con cariossidi farinose e adatti all’alimentazione degli animali. Per alcuni decenni la polenta, saporita e fumante e le vecchie varietà locali sono spariti dalle nostre tavole, dai nostri campi e dal nostro immaginario collettivo.
Per fortuna quel patrimonio genetico non si è perso grazie alla lungimirante azione sia dell’Istituto di Genetica “N. Strampelli “ di Lonigo sia dell’Istituto di Maiscoltura di Bergamo che, nel 1954, ha raccolto da tutto il territorio nazionale le popolazione di mais locali conservandole nella Banca del Germoplasma alla quale noi ci siamo rivolti per ottenere le sementi necessarie all’avvio del nostro progetto.
E adesso?
Il mais è una pianta di alto valore strategico e politico; con il mais si fa di tutto e di più, è diventato una commoditie, una materia prima grezza che si presta a moltissimi impieghi , alimentari e non. Il mercato globale richiede grandi quantità di granella con caratteri standard costanti e a prezzi bassi. Con le varietà locali si è tagliati fuori da questa logica produttivistica.
E allora che senso ha coltivare dei mais antichi?
LA RISPOSTA È MOLTO SEMPLICE: A NOI NON INTERESSA QUEL MERCATO. PER SCELTA E NON PER FAME VOGLIAMO COLTIVARE DELLE VARIETÀ LOCALI DI MAIS DI ALTISSIMA QUALITÀ GUSTATIVA, CON PRECISE E DISTINGUIBILI CARATTERISTICHE ORGANOLETTICHE PER CERCARE DI RISPONDERE AD UNA CRESCENTE DOMANDA DI PRODOTTI ARTIGIANALI, LEGATI AL NOSTRO TERRITORIO E DELLA NOSTRA STORIA.


· Sono varietà locali ad impollinazione libera e a ciclo breve (80/100 giorni)
· Le cariossidi sono piccole, vetrose, rotondeggianti
· Le piante sono piccole, le pannocchie sono corte e il tutolo è bianco.
· La farina migliore è quella fresca, ottenuta macinando la granella in mulini a pietra, lentamente, eliminando la
crusca ma trattenendo il germe che da sapore e identità gustative di eccellenza
· Essendo a ciclo breve l’agricoltore ha la possibilità di scegliere liberamente il momento della semina lavorando il
terreno quando è il momento giusto per mantenere una adeguata struttura.
· Queste varietà sono state selezionate per coltivazioni estive e quindi tendono a sopportare la siccità.
· Occupando per poco tempo il terreno lasciano spazio per altre colture di copertura e miglioratrici del terreno.
· Maturando precocemente si prestano meno agli attacchi di funghi tossigeni .

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