I. Al mattino, verso le sette
lascio la sala, esco
subito fuori, sulla chiara terrazza;
il calore del sole è già intenso,
all'ombra intermittente del fico,
la ruvida balaustra di granito
è già tiepida al tocco.
Stanno qui e mi aspettano i miei strumenti,
ogni arnese mi è familiare e amico […]
lascio la sala, esco
subito fuori, sulla chiara terrazza;
il calore del sole è già intenso,
all'ombra intermittente del fico,
la ruvida balaustra di granito
è già tiepida al tocco.
Stanno qui e mi aspettano i miei strumenti,
ogni arnese mi è familiare e amico […]
II. Passando tra le viti, su per il pendio erboso,
il cappello di paglia ben calcato sulla fronte
salgo i gradini di pietra ben connessi,
[…] mi accoglie l’orto,
mi accoglie il ripido vigneto,
anche i pensieri son già lontani,
via dalla casa, dalla colazione, dai libri,
dalla posta, dai giornali.
[…] noi amiamo il nostro regno vegetale,
e molto, perché qui si concentra
un valore e una ricchezza non da poco,
un valore che l'estraneo
(ma non a tutti si concede di vederlo)
stenta a capire, ma che noi apprezziamo
come un tesoro di cui esser grati.
III. […] Ti apprezzo,
mia verde tana,
mio cumulo d'erbacce dentro l'ombra,
rifugio amico
di lunghe ore: quando intorno infuria la calura,
e gli uccelli son zitti nel bosco,
o quando mi caccia dallo studio
un malumore o una pena,
o l'insofferenza del lavoro,
l'odiosa lettera di un uomo malvagio,
o uno scoramento…
tu, invece, con serenità immutabile
mi hai accolto,
mi hai ospitato per ore
di perfetto e divino silenzio,
rotto appena da un picchio nel bosco.
Ti son grato di molti sogni e pensieri,
di una vaga felicità di sprofondare.
mia verde tana,
mio cumulo d'erbacce dentro l'ombra,
rifugio amico
di lunghe ore: quando intorno infuria la calura,
e gli uccelli son zitti nel bosco,
o quando mi caccia dallo studio
un malumore o una pena,
o l'insofferenza del lavoro,
l'odiosa lettera di un uomo malvagio,
o uno scoramento…
tu, invece, con serenità immutabile
mi hai accolto,
mi hai ospitato per ore
di perfetto e divino silenzio,
rotto appena da un picchio nel bosco.
Ti son grato di molti sogni e pensieri,
di una vaga felicità di sprofondare.
IV. […] Bene, vi vedo sorridere, amici,
e sorridete pure,
del mio rannicchiarmi a terra,
del mio attizzare focherelli e brace,
del mio infantile piacere di sogni solitari,
del mio covare pensieri
fioriti di parabole - io me ne vanto.
[…] scuoto il morbido compostoe sorridete pure,
del mio rannicchiarmi a terra,
del mio attizzare focherelli e brace,
del mio infantile piacere di sogni solitari,
del mio covare pensieri
fioriti di parabole - io me ne vanto.
pian piano, fin che sotto il crivello
si forma un piccolo cono
della più fina terra incenerita.
Senza volerlo, seguo,
scuotendo, un ritmo fisso
e sempre uguale.

Nessun commento:
Posta un commento