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Nei post riguardanti la scuola ci sono foto che ritraggono i bambini al lavoro; nella tutela della privacy, cercheremo di inserire quelle in cui non si distinguono i volti e comunque di mascherarli; se notate imperfezioni in ciò, per cortesia segnalatelo nei commenti, grazie.

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martedì 11 febbraio 2014

Ore nell'orto

Non solo schiene ricurve sul vanghetto e muscoli tesi nello sforzo di rivoltare le zolle; non solo erbacce da estirpare e zappa e rastrello e innaffiatoi pieni d'acqua ad appesantire le nostre braccia fino alle prode da dissetare… L'orto è anche contemplazione, rigenerazione spirituale, piacere.

I.  Al mattino, verso le sette
lascio la sala, esco
subito fuori, sulla chiara terrazza;
il calore del sole è già intenso,
all'ombra intermittente del fico,
la ruvida balaustra di granito
è già tiepida al tocco.
Stanno qui e mi aspettano i miei strumenti,
ogni arnese mi è familiare e amico […]

II.   Passando tra le viti, su per il pendio erboso,
il cappello di paglia ben calcato sulla fronte
salgo i gradini di pietra ben connessi,
[…] mi accoglie l’orto,
mi accoglie il ripido vigneto,
anche i pensieri son già lontani,
via dalla casa, dalla colazione, dai libri,
dalla posta, dai giornali.
[…] noi amiamo il nostro regno vegetale,
e molto, perché qui si concentra
un valore e una ricchezza non da poco,
un valore che l'estraneo
(ma non a tutti si concede di vederlo)
stenta a capire, ma che noi apprezziamo
come un tesoro di cui esser grati.

III.       […] Ti apprezzo,
mia verde tana,
mio cumulo d'erbacce dentro l'ombra,
rifugio amico
di lunghe ore: quando intorno infuria la calura,
e gli uccelli son zitti nel bosco,
o quando mi caccia dallo studio
un malumore o una pena,
o l'insofferenza del lavoro,
l'odiosa lettera di un uomo malvagio,
o  uno scoramento…
tu, invece, con serenità immutabile
mi hai accolto,
mi hai ospitato per ore
di perfetto e divino silenzio,
rotto appena da un picchio nel bosco.
Ti son grato di molti sogni e pensieri,
di una vaga felicità di sprofondare.

IV.        […] Bene, vi vedo sorridere, amici,
e sorridete pure,
del mio rannicchiarmi a terra,
del mio attizzare focherelli e brace,
del mio infantile piacere di sogni solitari,
del mio covare pensieri
fioriti di parabole - io me ne vanto.
 […] scuoto il morbido composto
 pian piano, fin che sotto il crivello
 si forma un piccolo cono 
 della più fina terra incenerita.
 Senza volerlo, seguo,
 scuotendo, un ritmo fisso
 e sempre uguale.

(Hermann Hesse, da "Ore nell'orto", 1935)



Orto a Castiglioncello, Odoardo Borrani, 1862


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